Per i malati del trashware ho voluto replicare il test precedente su un vecchio Pentium Dual-Core E5800 3.20GHz privo di accelerazione aes e con soli 4 GB RAM. In questo caso non ho potuto usare gocryptfs perché supporta come minimo CPU x86-64-v2. Al suo posto, come FS userspace, ho ripiegato per il vecchio EncFS (solo a scopo didattico perché questo fs non è più attivamente sviluppato e non è attualmente considerabile sicuro).
Ext4 con fscrypt si è confermato il filesystem con le maggiori performance in scrittura, dm-crypt/LUKS non gli si è discostato di molto e lo ha addirittura superato in quanto a velocità di lettura. EncFS è riuscito a fare meglio solo dello ZFS che purtroppo dopo pochi secondi saturava sistematicamente un core della CPU. Per trasferire 5GB cifrati con un PC di 15 anni fa occorrono (circa) quindi:
C’eravamo lasciati con una domanda: quale fosse il sistema operativo migliore per spremere al meglio quel Pentium 200 con 48MB RAM, hard disk da 2GB e scheda ethernet NE2000.
Il collo di bottiglia di quel bolide era la scheda di rete ISA a 10Mbit e tutti i sistemi operativi provati hanno superato abbondantemente il limite di trasferimento di 900 KB/s di quella scheda, quindi probabilmente anche DOS non ci avrebbe sfigurato. Per dare comunque un senso a questo test, ho installato sulla replica di quel PC una scheda di rete RTL8139C PCI a 100 Mbps ed ho provato a spremerlo con alcuni trai principali OS per server disponibili all’epoca:
Windows 2000 Server: facciamo lo sforzo di fantasia di immaginare uno studente 19enne con $999 da buttare investire per il sistema operativo del suo serverino domestico
Debian Woody 3.0 (kernel 2.4.18): la distribuzione più di cool disponibile in quel momento
Linux Mandrake 9.0 Dolphin (kernel 2.4.19): la distribuzione che usavo sul desktop di tutti i giorni
OpenBSD 3.1: perché davvero la usai su quel PC (anche se non quella specifica versione), per vedere come si comporta un sistema BSD su quell’hardware e perché il suo sistema di base comprende server web ed ftp, così non devo ingrullire a cercare pacchetti su mirror di mirror di mirror sperando che il sysadmin si sia scordato di cancellarli
SCO Openserver 5.0.6: nello stesso mondo immaginario in cui posso spendere due milioni di lire per Windows server non ho difficoltà a tirare fuori un milione e mezzo per acquistare la licenza base dello SCO UNIX
Come avevo già fatto per il test su macchina virtuale, anche qui ho misurato la velocità di trasmissione via http col tool ab con un carico di 100 connessioni simultanee per un totale di 10000 connessioni caricando un documento da 18,6 KB. Per verificare la velocità massima di trasferimento via ftp ho invece eseguito 5 upload e 5 download di un file da 100 MB, ho fatto la media dei tempi e ne ho calcolato la velocità.
Con mia grande sorpresa Windows 2000 ha battuto la concorrenza in 2 prove su 3: distribuzione di pagine html statiche e upload via ftp (apprezzate l’onestà perché avrei potuto insabbiare tutto). Mandrake, pur essendo una distribuzione orientata all’uso desktop, si è comportata molto bene superando Debian in ben 2 prove. La cosa che più mi ha infastidito di Mandrake è stata il suo lunghissimo tempo di avvio: quasi 2 minuti contro i 30 secondi circa di tutti gli altri sistemi operativi. OpenBSD si è difeso bene mantenendo valori intermedi in tutte le prove. SCO Openserver, come già era successo nei test su macchina virtuale, è stato il sistema operativo più lento in tutte le prove. A titolo informativo segnalo che SCO è stato di gran lunga il più lento nel processo di installazione, durato oltre un’ora e mezzo, ed è stato l’unico sistema operativo a non supportare nativamente l’RTL8139.
Classifiche
WEB server 1) Windows 2000 2) Debian Woody 3) Linux Mandrake 9.0 4) OpenBSD 3.1 5) SCO Openserver 5.0.6
FTP-UPLOAD 1) Windows 2000 2) Linux Mandrake 9.0 3) OpenBSD 3.1 4) Debian Woody 5) SCO Openserver 5.0.6
Al via il progetto Digitale Civile del Comune di Empoli, in collaborazione con numerose associazioni di volontariato del territorio, tra cui GOLEM.
Hai mai pensato di donare il tuo vecchio computer? Il progetto Digitale Civile mira a lenire gli effetti del divario digitale nei confronti dei cittadini, con priorità per gli studenti che, in virtù delle misure di contenimento della diffusione del virus, hanno l’esigenza di dotarsi di strumenti adeguati per lo svolgimento delle attività di didattica a distanza.
Quando il vostro hard disk improvvisamente smette di funzionare, senza aver mai dato nessun segnale premonitore, se è un Seagate forse potete sempre fare qualcosa.
Alcuni dischi Seagate Barracuda sono dotati di un firmware bacato (7200.11) che, in maniera del tutto casuale, va in blocco e impedisce del tutto la comunicazione SATA. In tale circostanza, il disco non viene più riconosciuto dal sistema operativo (fdisk, dmesg, syslog) né dal BIOS: appare insomma come se non fosse nemmeno attaccato al computer.
Si può tuttavia tentare un barbatrucco: resettare i dati SMART tramite l’interfaccia seriale di debug dell’hard disk. Questo metodo miracoloso dovrebbe dare il tempo necessario per ricopiare i preziosi dati su un altro supporto, possibilmente più affidabile.
In questa pagina archiviata (in inglese) si possono trovare tutte le istruzioni, da seguire alla lettera (non scherza, da seguire veramente alla lettera, compreso il collegare opportunamente tutte le masse).
Ora se volete scusarmi vado a casa a farmi venire un infarto.
Martedì 3 dicembre 2019 la nostra associazione ha consegnato 11 computer alla comunità ivoriana empolese. Le macchine saranno trasportate in Costa D’Avorio e utilizzate dai ragazzi di una scuola media.