Linux Day 2025

Sabato 25 ottobre 2025 torna il Linux Day: la principale manifestazione comunitaria italiana dedicata al software libero, alla cultura aperta e alla condivisione! L’evento è coordinato a livello nazionale da ILS – Italian Linux Society, e si svolge contemporaneamente in numerose città in tutta Italia.

Quest’anno, l’evento locale, a cui parteciperà il GOLEM, sarà organizzato a Prato, insieme a PLUG – Prato Linux User Group, al FLUG – Firenze Linux User Group e al LuccaLUG.

Parleremo di programmazione, cloud, sicurezza, ma anche di come la tecnologia influenzi la nostra società, i nostri diritti e le nostre comunità. Discuteremo di software, hardware, cultura libera, open data, privacy e libertà digitali.

La manifestazione è aperta a tutti, dai programmatori agli attivisti ai semplici curiosi. L’obiettivo è creare un ponte tra chi sviluppa la tecnologia e chi la usa ogni giorno per costruire una società più consapevole.

Tutti i dettagli su sede e programma sul sito ufficiale.

Filesystem cifrati (parte 3)

Per i malati del trashware ho voluto replicare il test precedente su un vecchio Pentium Dual-Core E5800 3.20GHz privo di accelerazione aes e con soli 4 GB RAM.
In questo caso non ho potuto usare gocryptfs perché supporta come minimo CPU x86-64-v2. Al suo posto, come FS userspace, ho ripiegato per il vecchio EncFS (solo a scopo didattico perché non è più attivamente sviluppato e non è attualmente considerabile sicuro).

Ext4 con fscrypt si è confermato il filesystem con le maggiori performance in scrittura, dm-crypt/LUKS non gli si è discostato di molto e lo ha addirittura superato in quanto a velocità di lettura. EncFS è riuscito a fare meglio solo dello ZFS che purtroppo dopo pochi secondi saturava sistematicamente un core della CPU.
Per trasferire 5GB cifrati con un PC di 15 anni fa occorrono (circa) quindi:

  • 1’06” con EXT4
  • 1’14” con LUKS
  • 3’06” con EncFS
  • 4′ con ZFS

Velocità in lettura

Filesystem cifrati (parte 2)

Su un PC con CPU Intel i7-4790K (dotata di accelerazione hardware per l’algoritmo di cifratura aes), 16GB di RAM ed hard disk Seagate Barracuda 7200 da 500GB il supporto per la cifratura integrato nel filesystem ext4 è stato quello che si è comportato meglio in assoluto, con velocità in scrittura praticamente identiche a quelle di ext4 con la cifratura disabilitata. dm-crypt/LUKS è stato più veloce di ZFS con file sotto ai 5 GB. gocryptfs come prevedibile, in quanto strumento user-space, è stato il filesystem più lento tra i 4.

Dettagli del test

Sono state create 3 partizioni sul disco:

  • una formattata con ext4 (con due cartelle da cifrare rispettivamente con FScrypt e gocryptfs),
  • un volume dm-crypt/LUKS formattato in ext4
    # cryptsetup luksFormat --cipher aes-xts-plain64 --key-size 512 --hash sha512 --iter-time 5000 /dev/sdc2
    # cryptsetup open /dev/sdc2 lukspart

    # mkfs.ext4 /dev/mapper/lukspart
  • un pool ZFS col dataset cifrato
    zpool create tank /dev/sdc3
    zfs create -o encryption=aes-256-gcm -o keyformat=passphrase -o keylocation=prompt tank/encrypted_data
    zfs load-key tank/encrypted_data
    zfs mount tank/encrypted_data

Ho generato con dd 3 file rispettivamente da 1GB, 5GB e 10GB contenenti bit casuali

dd if=/dev/urandom of=testfile1G bs=1G count=1 oflag=direct
dd if=/dev/urandom of=testfile5G bs=1M count=5120 oflag=direct
dd if=/dev/urandom of=testfile10G bs=2M count=5120 oflag=direct

Con rsync ho misurato la velocità di trasferimento di questi file nelle varie partizioni o directory cifrate e per confronto anche con la semplice copia in una partizione ext4 non cifrata. Dopo ogni copia, per pulire la cache ho lanciato il comando “echo 3 > /proc/sys/vm/drop_caches”

time rsync --progress testfile1G /mnt/filesystemcifrato
time rsync --progress testfile5G /mnt/filesystemcifrato
time rsync --progress testfile10G /mnt/filesystemcifrato

Velocità in lettura

Per completezza ho misurato anche le velocità di lettura col comando:

time dd if=testfile5G of=/dev/null bs=1G count=1

Filesystem cifrati (parte 1)

Microsoft supporta la cifratura del disco da Windows 7 e da Windows 11 è attivata di default.
Anche Linux la supporta da moltissimo tempo e svariati progetti si sono susseguiti o affiancati nel tempo: il pionieristico CFS (1993), loop-AES (2001), cryptoloop (2002), dm-crypt (2003), EncFS (2003) e eCryptFS (2006).

Al momento le principali implementazioni crittografiche opensource disponibili su Linux sono:

  • dm-crypt/LUKS: tuttora lo standard della crittografia del disco su Linux. Funziona a livello di block device ed è trasparente per il filesystem (stile LVM), permette quindi la cifratura di interi dischi, partizioni o volumi logici.
  • fscrypt (2016): un framework di crittografia che opera a livello di file e directory anziché di device come LUKS. È integrato direttamente nel filesystem ext4 e F2FS (a “breve” dovrebbe utilizzabile anche su Btrfs). È utile se ci si vuol limitare a proteggere specifiche directory, magari per non sovraccaricare il sistema cifrando l’intero disco.
  • gocryptfs (2015): a differenza dei precedenti funziona in user-space tramite tramite FUSE. Come FScrypt permette la creazione di directory cifrate, ma al contrario di quest’ultimo non consente l’oscuramento dei metadati (timestamp, permessi).
  • ZFS (2019): permette di cifrare i dataset (sottovolumi). Purtroppo non essendo integrato nel kernel Linux è supportato nativamente da poche distribuzioni (Gentoo, NixOS, Proxmox…).

Quale scegliere?
Se si vuole cifrare l’intero disco probabilmente dm-crypt/LUKS è la scelta ideale, se si utilizza ext4 e ci si accontenta di cifrare solo qualche directory forse è FScrypt l’opzione migliore, se non si può fare a meno di un filesystem moderno come btrfs (che però manca ancora il supporto della cifratura) la soluzione più semplice è qualcosa che operi in user-space come gocryptfs. Se siete abbastanza avventurosi con ZFS potrete godere di una miriade di funzionalità, crittografia compresa.

Ma come si comportano sul campo questi filesystem?

Ho deciso di metterli alla prova su un Seagate Barracuda 7200 da 500GB su un moderno Intel i7-4790K con 16GB di RAM e su un più stagionato Pentium Dual-Core E5800 con 4GB RAM.

A breve l’esito dei test…