Sarebbe bello se tutte le distribuzioni usassero lo stesso formato di pacchetti… probabilmente non accadrà a breve, ma in questa direzione si stanno affermando dei nuovi gestori di pacchetti che promettono di rivoluzionare (in positivo si spera) il modo di sviluppare e distribuire software su Linux.
Snappy
Ideato da Canonical ed adottato da Ubuntu (in parallelo ai pacchetti .deb a partire dalla versione 16.04) e da Ubuntu Touch.
Nel giugno di quest’anno è stato effettuato il port per svariate distribuzioni (Arch, Debian, Fedora/Red Hat, Gentoo, SUSE e Red Hat)
In linea teorica un pacchetto snap può quindi essere utilizzato praticamente da qualsiasi distribuzione Linux.
Com’è possibile tutto questo?
Di fatto si tratta di un’immagine di filesystem compressa contenente tutto il necessario per far girare un programma, questo viene automaticamente montato in loop dal demone snapd ed i suoi eseguibili vengono linkati in /usr/snap/bin.
PRO
– Semplice da utilizzare, ha un tool da riga di comando stile apt-get (snap find, snap install, snap remove…)
CONTRO
– Sembra il tentativo di Canonical di creare un Google Play per rifilare a tutti gli utenti Linux software a pagamento.
– Al momento sono pochi i programmi disponibili in questo formato
Flatpak (aka xdg-app)
Progetto nato circa un anno fa con lo scopo di creare un’alternativa libera dello Snappy di Ubuntu.
Non ha un repository principale come Snappy, è necessario configurarlo inserendo manualmente quelli che ci interessano:
es.: per installare GNOME
curl -O https://sdk.gnome.org/keys/gnome-sdk.gpg
flatpak remote-add --gpg-import=gnome-sdk.gpg gnome https://sdk.gnome.org/repo/
flatpak install gnome org.gnome.Platform 3.20
flatpak install gnome org.gnome.Sdk 3.20
PRO
– Permette di installare molto più software rispetto a snapd: es. Libreoffice, Firefox…
– Non ha un repository principale contenente anche programmi a pagamento
– Permette di creare pacchetti flat a partire
CONTRO
– Sintassi leggermente più complicata di snap
AppImage (aka Klik)
I pacchetti .AppImage sono concettualmente simili ai programmi per MacOSX.
Sono anch’essi file immagine compressi contenenti l’applicazione e tutte le librerie necessarie al suo utilizzo.
Basta scaricare il file, eseguirlo o cliccarci sopra ed il programma si installerà. Per cancellarlo è sufficiente cestinare l’icona del file.
PRO
– Installare un programma su Linux non è mai stato così facile. Finalmente un formato click’n’run stile MacOS per Linux.
– Elevata disponibilità di programmi https://bintray.com/probono/AppImages
CONTRO
– Anche se praticissimo per distribuire grossi pacchetti stile VLC, LibreOffice, Firefox o Chromium, questo tipo di formato difficilmente potrà essere utilizzato per pacchettizzare il sistema di base.
– Non esiste un tool stile apt-get per cercare ed installare “AppImmagini”
– Non possiede un tool per creare pacchetti a partire da un tarball.
– I file non vengono linkati in una directory di sistema (es. /usr/bin) per cui in caso di sistemi multiutenti ogni utente dovrà scaricarsi nella sua home il suo pacchetti .AppImage