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Acer Altos EasyStore

altos_acer_easystorePrima della diffusione di massa di Ubuntu era sufficiente usare Linux per rientrare nella categoria degli “smanettoni” di computer, oggi per definirsi tali c’è bisogno come minimo di avere in casa un serverino ARM 🙂

Raspberry Pi, OLinuXino, CubieBoard sono solo alcuni dei progetti basati su chip ARM Allwinner che da qualche anno infestano le nostre scrivanie.

Non appagato dall’OLinuXino installato tempo fa per il GOLEM, ho deciso di attrezzarmi anche a casa.

Pur trattandosi di un investimento contenuto, prima di spendere qualche decina di Euro per una scheda nuova, faccio visita alla mia seconda discarica di hardware dismesso preferita: lo scantinato dell’ufficio dove lavora mio padre.
Abbandonato in un angolo trovo un Acer Altos Easystore, un NAS di circa 7 o 8 anni fa che si accende e sembra in eccellenti condizioni, così decido di portarlo a casa per testarlo in maniera più approfondita.

È dotato di 4 hard disk hotswap SATA da 500 GB configurabili in RAID 5, processore ARM XScale-80219, il software è una versione embedded di Linux realizzata dalla FalconStor dove per fortuna è possibile abilitare SSH dall’interfaccia html https://…easystore-name-or-IP…/ssh_controlF.cgi (user: root; password: storage).

Mi piacerebbe compilare qualche nuovo programma per questo sistema, provo con Buildroot, i tentativi vanno a buon fine, ma gli eseguibili prodotti non girano. Dopo qualche ricerca scopro che esistono vari port per ARM, a quanto pare avevo tra le mani un ARM OABI a cui stavo tentando di propinare eseguibili EABI.

Ecco come Debian distingue i port per ARM
– ArmPort: primo port, usa il vecchio ed ora obsoleto ABI (OABI). Primo rilascio Debian 2.2 (Potato), ultimo Debian 5.0 (Lenny).
GNU Triplet: arm-linux-gnu

– ArmEabiPort: nuovo port, usa il nuovo ABI (EABI), supporta ARM v4t e superiori. Primo rilascio con Debian 5.0 (Lenny).
GNU Triplet: arm-linux-gnueabi

– ArmHardFloatPort: l’ultimo port a 32-bit, usa la versione hard-float del nuovo ABI (EABI), supporta ARM v7 e superiori. Primo rilascio con Debian 7.0 (Wheezy).
GNU Triplet: arm-linux-gnueabihf

– Arm64Port: ultimissimo port per ARMv8 a 64-bit. Sarà rilasciato con Debian 8.0 (Jessie).
GNU Triplet: aarch64-linux-gnu

Port non ufficiali
– Raspbian: usa la versione hard-float del nuovo ABI (EABI) come armhf, ma per ARM v6. Disponibile su Debian Wheezy e Jessie. Primariamente, ma non esclusivamente, sviluppata per il Raspberry Pi.
GNU Triplet: arm-linux-gnueabihf

– armeb: port Big-endian OABI per linksys NSLU2 e simili, adesso abbandonato.

Provo a compilare rsync su una vecchia versione di buildroot supportante la modalità OABI e funziona!
Per fare prima, per altri programmi, spacchetto direttamente file deb attinti dai repositori ARM di Debian Lenny (facendo attenzione a portarmi dietro anche le eventuali librerie).
Ottengo un sistema discretamente funzionante, ma non riesco però a farci funzionare un server DLNA. Piuttosto che rinunciare a collegare il NAS al lettore DVD decido di spulciare la rete alla ricerca di qualche firmware customizzato per questo trabiccolo.

Dopo qualche GIORNO di ricerca scopro che l’Acer Altos Easystore, come il LaCie 301161U, risultano essere cloni dell’Intel SS4000-E, piattaforma supportata da Debian!

Altri NAS supportati, basati su scheda madre Intel EM7210 e CPU Intel 80219, sono:
Newisys NA-1400, Thecus N2100, GLAN Tank.

Sul WIKI la guida all’installazione.

Android Server

smartphone-server

Che i moderni smatphone siano dei veri e proprio computer è cosa appurata, ma non tutti sanno che con poca fatica è possibile trasformare il proprio cellulare in un vero e proprio server!

Giusto per avere un parametro di riferimento: la potenza del mio vecchio Motorola Cliq del 2010 sembra essere di 527.68 BogoMIPS, ciò lo renderebbe equiparabile all’incirca ad un Pentium III 500 del 2000.
Tutto sommato sembrerebbe una discreta macchina per un serverino casalingo dal minimo ingombro ed a bassissimo consumo!

Requisiti

  • Smartphone o tablet con Android con permessi di root (per ogni modello bisogna seguire una procedura specifica per attivare tali permessi, ma ATTENZIONE perché nella maggior parte dei casi tali modifiche invalidano la garanzia)
  • Un emulatore di terminale (es. ConnectBot)
  • L’applicazione Debian Kit
  • Link della guida ufficiale del Debian Kit (English only)

Howto

  • Installare l’applicazione Debian Kit o scaricare direttamente il più recente file debian-kit-*.shar in una qualsiasi directory non di sistema (es. /sdcard/Download/)
  • Aprire un terminale, loggarsi come root ed eseguire il file appena scaricato:
    # su
    # cd /sdcard/Download/
    # sh /sdcard/download/debian-kit-1-5.shar
  • Seguire le istruzioni dell’installer
  • Digitare “deb” da una console per fare avviare il sistema Debian appena installato

Adesso possiamo utilizzare il classico apt-get install per aggiungere nuovi programmi (mysql, lighttpd, ftpd, etc…).

Per prima cosa consiglio caldamente di installare il metapacchetto ssh contenente (openssh client e server) così da poter utilizzare una normale tastiera di un PC per loggarsi sulla shell dello smartphone.

# apt-get install ssh

Per bypassare l’assenza della password di root e loggarsi sull’smartphone si può effettuare il login tramite chiave pubblica copiando la propria id_dsa.pub nell’authorized_keys del telefono.

Es.: (dal terminale del cellulare)
# ssh-keygen
# cd .ssh/
# sftp user@hostname_PC
get .ssh/id_dsa.pub
bye
# mv id_dsa.pub'authorized_keys