
Microsoft supporta la cifratura del disco da Windows 7 e da Windows 11 è attivata di default.
Anche Linux la supporta da moltissimo tempo e svariati progetti si sono susseguiti o affiancati nel tempo: il pionieristico CFS (1993), loop-AES (2001), cryptoloop (2002), dm-crypt (2003), EncFS (2003) e eCryptFS (2006).
Al momento le principali implementazioni crittografiche opensource disponibili su Linux sono:
- dm-crypt/LUKS: tuttora lo standard della crittografia del disco su Linux. Funziona a livello di block device ed è trasparente per il filesystem (stile LVM), permette quindi la cifratura di interi dischi, partizioni o volumi logici.
- fscrypt (2016): un framework di crittografia che opera a livello di file e directory anziché di device come LUKS. È integrato direttamente nel filesystem ext4 e F2FS (a “breve” dovrebbe utilizzabile anche su Btrfs). È utile se ci si vuol limitare a proteggere specifiche directory, magari per non sovraccaricare il sistema cifrando l’intero disco.
- gocryptfs (2015): a differenza dei precedenti funziona in user-space tramite tramite FUSE. Come FScrypt permette la creazione di directory cifrate, ma al contrario di quest’ultimo non consente l’oscuramento dei metadati (timestamp, permessi).
- ZFS (2019): permette di cifrare i dataset (sottovolumi). Purtroppo non essendo integrato nel kernel Linux è supportato nativamente da poche distribuzioni (Gentoo, NixOS, Proxmox…).
Quale scegliere?
Se si vuole cifrare l’intero disco probabilmente dm-crypt/LUKS è la scelta ideale, se si utilizza ext4 e ci si accontenta di cifrare solo qualche directory forse è FScrypt l’opzione migliore, se non si può fare a meno di un filesystem moderno come btrfs (che però manca ancora il supporto della cifratura) la soluzione più semplice è qualcosa che operi in user-space come gocryptfs. Se siete abbastanza avventurosi con ZFS potrete godere di una miriade di funzionalità, crittografia compresa.
Ma come si comportano sul campo questi filesystem?
Ho deciso di metterli alla prova su un Seagate Barracuda 7200 da 500GB su un moderno Intel i7-4790K con 16GB di RAM e su un più stagionato Pentium Dual-Core E5800 con 4GB RAM.
A breve l’esito dei test…